Storia delle Finestre

[vc_row][vc_column][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Quando pensiamo alle Finestre, pensiamo a qualcosa di sicuramente presente e assolutamente irrinunciabile nelle abitazioni nostre come in quelle che ci circondano, siano esse di interesse storico oppure moderne o hi-tech: basta osservare le finestre di un edificio per individuare il suo stile architettonico e per riconoscere nelle soluzioni e nei materiali i progressi che la tecnologia dei serramenti ha compiuto nei secoli.

Ma non è stato sempre così: questo componente delle nostre case, a cui oggi attribuiamo giustamente grande significato, compare in tempi molto più recenti dei preistorici rifugi, le prime abitazioni. Basti pensare alle grotte: addirittura le funzioni delle finestre e delle porte erano svolte dalla stessa apertura.

Una sola apertura era prevista anche successivamente sia nelle abitazioni dei nomadi, che si spostavano per nutrire il bestiame e costruivano tende, con rami d’albero e pelli di animali, sia nelle prime capanne in giunchi, paglia e foglie, realizzate dai primi uomini sedentari.

Anche nei primi secoli di Roma erano in uso questi sistemi, ma durante l’impero, con lo sviluppo dell’industria del vetro, per le finestre si iniziarono ad usare piccole lastre di vetro grezzo, non proprio trasparente, spesse addirittura circa un centimetro. La testimonianza di ciò ci viene da Pompei, dove le case dei patrizi e dei ricchi avevano alle finestre dei telai in bronzo con inserite queste piccole e spesse lastre.

A Roma l’utilizzo del vetro si diffuse sempre di più, tanto che Cicerone così scriveva: “Ben povero si deve considerare chi non possiede una casa tappezzata con placche di vetro”.

Ma una volta terminato l’impero romano, anche gli artigiani che producevano questo tipo di vetro scomparvero, e le finestre in vetro riapparvero solo dopo il 500 – 600, dopo che fu messa a punto un nuovo procedimento per fare il vetro piano, per soffiaggio di una sfera e suo successivo allargamento per rotazione in forno.[/vc_column_text][vc_column_text]Nel Medioevo, un periodo pieno di sconvolgimenti e di incertezza, le case vengono costruite seguendo l’ottica difensiva e non il comfort. Così gli uomini che vivono in questo lasso di tempo dovevano stare di guardia e proteggere le loro famiglie.

Era anche il caso di chi erano responsabile per la sicurezza di altri, castelli e fortezze, potendosi difendere al meglio in caso di attacco. Le piccole finestre erano una parte di questa strategia. Questo tipo di struttura permetteva di essere in grado di vedere chi c’era fuori, o che cosa stava succedendo fuori, ma le finestre sottodimensionate tenevano gli estranei e gli intrusi al di fuori e non gli permettevano di entrare.

Molte case non avevano nemmeno le finestre in tutte le stanze, ma quelle che le avevano garantivano le aperture necessarie solo per un ricambio d’aria non essendo molto prominenti. Anche i castelli avevano piccole fessure al posto di finestre.

Nel periodo gotico la progettazione della finestra negli edifici religiosi usufruisce delle novità strutturali che permettono di concentrare i carichi dell’edificio in elementi più snelli che in precedenza: le facciate, “svuotate”, consentono l’inserimento di ampi ed altissimi vani finestrati, spesso a polifore, decorate con dovizia di particolari grazie anche al progresso nella tecnica di taglio della pietra. La luce diventa un elemento di definizione degli spazi, in particolar modo a causa delle grandi dimensioni delle finestre e dei ricchi “merletti” in cui sono inserite .Le grandi vetrate vanno a riempire sottili intelaiature di pietra.

Si sviluppa la tecnologia del vetro unitamente a quella del piombo, utilizzato per unire le lastrine in sistemi a notevole tenuta all’aria e resistenza statica. Negli edifici civili l’uso delle vetrate mobili contenute in intelaiature fisse in ferro fa si che le dimensioni delle aperture si riducano e che la finestra si semplifichi notevolmente. I vetri sono contenuti in profilati in piombo e le schermature sono ancora ottenute con ante in legno.

Il Rinascimento portò innovazione. Gran parte del disordine e del tumulto presente durante la maggior parte del Medio Evo era stato dimenticato dalla società colta, portando allo smantellamento le antiche strutture feudali.

Quando l’arte, la musica e l’architettura rifiorirono, le finestre divennero un punto fisso di primo piano nelle case per i ricchi. E le aperture più ampie in vetro, erano decorate con tende o altri elementi decorativi.

Molto utilizzata anche la serliana, sorta di trifora con l’arco centrale più grande dei laterali. Successivamente, con il manierismo, le finestre diventano meno leggere, ormai sono quasi sempre rettangolari, con architravi in rilievo a cornice o decorati. Si diffonde la finestra a edicola, ispirata da quelle del Pantheon, in cui vengono applicati i motivi degli ordini classici.
[/vc_column_text][vc_column_text]Il Barocco, il cui nome deriva dall’oreficeria, introduce una novità assoluta nell’architettura: I’indipendenza dagli schemi classici della progettazione che avevano vincolato la produzione edilizia fino a quel momento.

Ai canoni accademici rinascimentali basati su proporzioni e regole dell’antichità si contrappone una progettazione “del movimento”, in cui ogni elemento e componente dell’edificio è legato agli altri da uno stesso filone e da una stessa energia, che si traduce in ricche decorazioni, volute e temi tratti dalla natura.

La finestra all’interno del la facciata non più elemento isolato , ma si compone con altri elementi a formare aggregazioni che scandiscono il ritmo verticale, non più sottolineato dagli ordini architettonici come avveniva nel Rinascimento. Diventa quindi la finestra l’elemento più importante della composizione della facciata, nelle forme più svariate: rettangolari, quadrate, ad arco a tutto sesto o ribassato, a timpano. I frontoni si arricchiscono di decorazioni, si incurvano e assumono le forme tipiche a volute dell’architettura barocca.

L’articolazione e il dinamismo si accentuano e si esasperano nel Rococò. La ferramenta rimane in ferro battuto e si arricchisce di decorazioni e trafori. La prima tipologia di finestra a serramento in legno è ad anta singola, ma presto si svilupperanno le due ante e addirittura le due ante piegate nel mezzo. Già nel XVIII secolo viene introdotto il gocciolatoio e piccoli telai intermedi collegano le lastrine di vetro nel pannello finestrato al posto dei fili di piombo usati in precedenza. I telai hanno profili articolati e complessi, con una buona tenuta, ma presentano ancora una scarsa durata in caso di esposizione all’umidità e all’acqua. Anche fuori dell’ltalia vengono applicati i primi serramenti in legno, in genere in legno di rovere, teak, platano, acero., ma ciò avviene circa un secolo più tardi.

In Inghilterra si diffondono le finestre a saliscendi, ovvero a scorrimento verticale, con telaietti intermedi che contribuiscono a determinare la denominazione di “finestre all’inglese”. L’Ottocento vede lo sviluppo delle possibilità offerte dalla Rivoluzione industriale: si estende l’uso del ferro in edilizia nella costruzione di grandi opere di ingegneria quali ponti, ferrovie, viadotti, canali, edifici industriali, navi e nella realizzazione di grandi opere per le esposizioni internazionali.

Si diffondono gli edifici in ferro e vetro e le finestre assumono dimensioni importanti grazie all’esilità delle strutture portanti e grazie allo sviluppo della tecnologia, che consente di usufruire di lastre vetrate di dimensioni sempre maggiori, risolvendo così il problema dei telai intermedi e aprendo la strada a possibilità progettuali e formali più libere da vincoli di tipo tecnologico. Il ferro e prevalentemente utilizzato per l’edilizia non abitativa e per i serramenti meno importanti degli edifici di abitazione (cantine, scale), ma il legno rimane il materiale più utilizzato nell’edilizia residenziale.

All’inizio degli anni le facciate si spogliano di ogni orpello e le finestre diventano essenziali, prive di decorazioni. Si verifica un generale rifiuto dei collegamenti con l’architettura storica dei secoli precedenti e i nuovi architetti si vantano di essere prima di tutto dei tecnici, non più degli artisti: a proposito della finestra, si fa uso della vetrata fissa con la sola funzione di illuminazione e si ricorre moltissimo a grandi superfici vetrate e alla finestra a nastro, che corrisponde a un’idea di grande liberta compositiva. Questa scelta progettuale è resa possibile dall’opportunità di affidare interamente il compito della climatizzazione agli impianti.

Un’ulteriore novità introdotta nella configurazione formale e funzionale delle finestre, anche questa permessa dalla tecnologia in evoluzione, e quella delle schermature fisse, i brise-soleil a lame orizzontali o verticali in cemento armato, che diventano elemento caratterizzante di gran parte della sua produzione architettonica.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Fino al momento in cui la tecnologia industriale ed i nuovi materiali non offrono agli architetti del movimento moderno, la possibilità di uscire dai canoni classici la progettazione delle finestre non sulle variazioni essenziali nel corso dei secoli.

Con l’introduzione dello schema strutturale a travi e pilastri, in cemento armato o in acciaio, le chiusure esterne non hanno più funzione portante e la specchiatura delle finestre può interessare anche tutta la luce libera tra un pilastro e l’altro. L’industrializzazione della produzione del vetro e la climatizzazione attiva permettono una libera progettazione delle superfici trasparenti, fino a che la finestra si espande a diventare parete, frontiera, dando origine alla facciata continua.

Questo sistema di facciata richiede un’intelaiatura di montanti e traverse modulari su cui applicare i pannelli trasparenti ed opachi, generando una maglia che diviene parte essenziale e “segno” della composizione della facciata. Si sviluppa ancora la tecnologia del vetro, che per ragioni di climatizzazione ricerca sistemi per rendere riflettenti le superfici esterne, onde evitare accumulo di calore.

La finestra non assolve più funzioni di ventilazione e illuminazione (la ventilazione artificiale è preferita perché più facilmente controllabile) e il vetro è richiesto principalmente per le sue caratteristiche di versatilità, resistenza agli agenti esterni e aspetto nella composizione architettonica.

Oggi tutti gli edifici hanno finestre di ogni dimensione e tipologia, e abbiamo una visione di questo serramento molto diversa dal passato non solo dal punto di vista concettuale come accadeva in Mesopotamia e in Egitto, ma anche da quello architettonico. Abbiamo sempre cercato di apportare continui miglioramenti sia funzionali che estetici, per migliorare le prestazioni delle finestre ed avere in cambio più benefici. Infatti in questo periodo storico la finestra ha un ruolo chiave nella vita quotidiana, sia che si svolga all’interno dell’abitazione che all’esterno. Non è più considerata l’oggetto che serve a dividere solo l’interno dall’esterno, ma ha il compito di soddisfare esigenze ben precise che aiutano a migliorare il benessere domestico e globale.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Articoli correlati